Il quarto argomento trattato dal Vademecum per LA TUTELA DEI DIRITTI DEI MINORENNI NELLO SPORT ci parla di integrazione e ci invita a riflettere su come lo sport può essere uno strumento importantissimo nel superamento della marginalità sociale, intesa come quella condizione, individuale o di gruppo, riconducibile al trovarsi esclusi dai processi fondamentali su cui si fonda il sistema sociale di uno Stato.
Si riscontra marginalità sociale nelle grandi aree urbane, in contesti periferici degradati dove soprattutto le persone di minore età vivono un impoverimento della loro vita culturale e sociale, hanno uno stile di vita spesso scorretto e una salute psicofisica compromessa che stigmatizza ancora di più le differenze con coetanei cresciuti in condizioni sociali diverse.
Lo sport è uno strumento di socializzazione per i partecipanti e un’occasione di incontro e di creazione di comunità per i genitori. Rafforza dunque l’inclusione sociale ma soprattutto stimola alla riqualificazione degli spazi urbani e periferici. Questo perché, come detto precedentemente, lo sport è un diritto riconosciuto a tutti a prescindere dalla condizione del nucleo familiare di appartenenza dunque esso stesso contribuisce a eliminare gli ostacoli alla partecipazione alle varie discipline sportive che sono spesso legati al costo, all’accessibilità e alle differenze sociali. Conditio sine qua non è quindi la disponibilità di impianti sportivi aperti e accessibili a tutti.
L’ambito sportivo è una vera e propria bolla dove l’opportunità di socializzazione e di integrazione è potenziata. Il ruolo dell’allenatore è ancora una volta quello di OSSERVARE le condizioni psico- fisiche degli atleti che gli sono affidati dando importanza non solo alla prestazione sportiva ma anche alla sfera emotiva per poi lavorare sulle emozioni che spesso gli stessi giovani non riescono a capire, a classificare e a gestire.
Il Coach aiuta a socializzare.
Nel momento in cui si fa sport, che sia di squadra o individuale, emergono le difficoltà personali e le problematiche che si possono vivere ogni giorno fuori dal contesto sportivo. Questo perché le dinamiche sportive sono una cassa di risonanza delle dinamiche che si attuano ogni giorno nella vita quotidiana che sia a scuola, in famiglia o genericamente nella società.
Fondamentale quindi che l’allenatore, preparato e formato, abbia una condizione di ascolto attivo
monitorando costantemente che nello stesso gruppo sportivo non si riscontrino episodi di emarginazione o discriminazione e, quando essi si verificano, comprenderne il perché, affrontandoli con gli atleti stessi o intervenendo come riterrà più opportuno a seconda dell’importanza della manifestazione.
PER SAPERNE DI PIÙ:
gazzettaufficiale.it – Decreto legge 25 novembre 2015, n. 185 Misure urgenti per interventi nel territorio.
openpolis.it – Osservatorio sulla povertà educativa: Report “Lo sport tra i minori e i divari nell’offerta di impianti sportivi”. Openpolis e Con i Bambini, Aprile 2022.
eur-lex.europa.eu – 2013, Raccomandazione della Commissione “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”. 2.3. Diritto dei minori a partecipare alla vita sociale.
La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
L’articolo 2/2 dispone che ogni Stato adotti tutti i provvedimenti appropriati affinché ogni persona di minore età sia effettivamente tutelata contro ogni forma di discriminazione motivata dalla condizione sociale